Thor: Love and Thunder fa un uso divertente di un classico dell’heavy metal dei Guns n’ Roses. Purtroppo per il Dio del Tuono, Megamind del 2010 lo possiede anima e corpo.
Il regista Taika Waititi è accreditato di aver dato il Thor film un colpo al braccio con il suo arioso Thor: Ragnarok nel 2017. La formula per quel film includeva un pizzico di musica hard rock, in particolare “Immigrant Song” dei Led Zeppelin, che è stata riprodotta sia nelle scene di combattimento di apertura che in quelle di chiusura del film. Evocava non solo l’estetica dell’hard rock degli anni ’70, ma la stessa epoca del Thor fumetti, quando artisti del calibro di Walt Simonson hanno portato il Dio del Tuono in direzioni decisamente diverse.
Waititi ha ripetuto l’impresa per Thor: Love and Thunderche conserva in gran parte lo spirito di Ragnarok e si diverte ulteriormente ad esplorare le strane avventure di “Thor the Space Viking”. Con esso è arrivata un’altra spessa fetta di heavy metal: questa volta i Guns n’ Roses, che vantano quattro canzoni usate in modo prominente nel film. Almeno uno di loro, tuttavia, appartiene a un precedente film di supereroi. Quando si tratta di chi lo possiede meglio, nemmeno Thor può superarlo.

La canzone è “Welcome to the Jungle”, il grande successo della band dal loro album del 1988, Appetite for Destruction, che ha contribuito a incarnare l’era dell’heavy metal dai capelli grossi degli anni ’80. Amore e tuono ne fa un uso abile all’inizio, poiché i Guardiani della Galassia finalmente convincono Thor a partecipare alla battaglia disperata che stanno combattendo. Stabilisce il tono giusto: potente, esagerato e vagamente ridicolo mentre Thor invia senza sforzo un esercito di predoni uomini-uccello con l’aiuto della sua ascia. La battuta finale arriva quando inavvertitamente distrugge la struttura sacra che i suoi colleghi stavano valorosamente tentando di preservare. I Guardiani si separano dal Dio del Tuono subito dopo.
È una scena piacevole, ma è in gran parte un antipasto: un leggero spavaldo per dimostrare sia il modo in cui Thor è cambiato dalla sua ultima apparizione sia come è ancora lo stesso sciocco ben intenzionato sotto. Non è il caso di Megamind, la classica satira di supereroi cult di Todd McGrath che ha ricevuto una rinnovata attenzione negli ultimi tempi grazie a una memorabile battuta sulla defunta regina d’Inghilterra. Fa un uso molto più abile della canzone, e in effetti la lega molto saldamente al suo incompreso protagonista.

Megamente è una satira libera sulla storia di Superman, con l’eroico e quasi onnipotente Metro Man impegnato in un’eterna battaglia con la sua nemesi entusiasta ma invariabilmente sfortunata Megamind. La musica rock gioca un ruolo deliberato nelle identità dei due personaggi. Metro Man indossa una tuta bianca in stile Elvis e arriva al suono di “A Little Less Conversation”, mentre gli abiti di Megamind sono tutti punte e pelle nera, e i suoi vari crimini hanno luogo al ritmo di “Crazy Train” di Ozzy Osbourne e “Highway to Hell” degli AC/DC.
Il cambiamento arriva quando Metro Man si stanca della loro costante battaglia e finge la propria morte. Perso senza il suo vecchio sparring partner, Megamind risponde con un tentativo inetto di costruire il proprio eroe, risultando nel sociopatico Titano che minaccia l’intera città. Rendendosi conto che ha bisogno di cambiare lato e interpretare l’eroe, Megamind affronta la sua creazione ribelle nel climax del film al suono di “Welcome to the Jungle”.
Il tempismo è tutto, e in questo caso dimostra quanto più Megamind investe nella canzone. Amore e tuono inizia il film con esso, ma il film precedente lo salva per l’improbabile momento splendente del suo eroe (che, come ammette timidamente “comporta per lo più il non morire”.) Il personaggio si definisce attraverso l’obiettivo della canzone (e altri del suo genere di headbanging ) rendendolo molto più una dichiarazione di autostima che semplicemente qualcosa per pompare il sangue. Tanto divertente quanto Love and Thunder ha con sé, la canzone si sente ancora presa in prestito. Ma appartiene a Megamind tanto quanto i Black Mamba del suo protagonista.